PROGETTO
Il progetto “La musica: un ponte tra i popoli” nasce nel 2013 su iniziativa di Ipsia Acli Forlì-Cesena e prosegue lungo un percorso consolidato che ogni anno trova conferme ma anche motivi e stimoli di riflessione e di approfondimento: dal 2019, il progetto viene preso in carico da No.Vi.Art (Arti per la non violenza), nome assunto nel maggio 2019 dalla storica associazione pacifista forlivese Alon - Gan che dagli anni Ottanta interviene sui temi della pace e della risoluzione non violenta dei conflitti.
Il progetto ha lo scopo di offrire ai partecipanti la possibilità di sperimentare, da protagonisti, una concreta esperienza di coesistenza e dialogo tra culture differenti attraverso la musica.
Si rivolge in particolare a paesi dell'area balcanica, ma al gruppo aderiscono, oltre all'Italia, anche Spagna, Slovenia, Romania e Grecia.
Due i momenti importanti: la fase preparatoria a Prizren in luglio con un summerclass di strumenti e formazioni cameristiche, e il "Festival della musica giovane del Mediterraneo" che si svolge a Forlì a settembre.
I giovani musicisti, tra gli 8 e i 21 anni, vengono incoraggiati a interagire con realtà diverse dalla propria attraverso la pratica musicale, un linguaggio universale e senza parole, favorito ulteriormente dalla lingua comune, l'inglese.
Le summerclass vengono realizzate allo scopo di costituire la "Giovane orchestra paneuropea", diversa tutti gli anni, e il Laboratorio di musica balcanica.
La prima, rivolta allo studio e all'esecuzione di un repertorio classico internazionale, permette ai ragazzi di riconoscere un comune orizzonte di conoscenze all'interno del quale valorizzare le diversità delle tecniche acquisite nei rispettivi contesti di appartenenza.
Il workshop sulla musica balcanica guarda a un orizzonte relativo al back-ground culturale di gran parte dei partecipanti, che però non ne fanno normalmente esperienza per quanto riguarda la trascrizione per strumenti ed ensemble classici, una modalità che invece valorizza solide competenze tecniche e raffinate capacità interpretative.
L'ascolto dei brani permette ai ragazzi, ma anche ai docenti, di conoscere e apprezzare espressioni tipiche della cultura di diversi dei paesi coinvolti, riconoscendo nella versione praticata in un altro paese dell'area, brani identificati invece come tipici ed esclusivi della propria nazione. Ciò, ancora una volta, permette di trarre stimoli e spunti di riflessione sempre nei termini e allo scopo di una più vasta e convinta cooperazione fra le realtà partner.
Dal 2022 i musicisti hanno l'opportunità di partecipare anche al workshop di improvvisazione jazzistica, esperienza che ulteriormente incoraggia all’ ascolto reciproco e al rispetto dei talenti individuali favorendo il dialogo musicale.